Anche il 2014 sarà un anno difficile per i giovani in cerca di occupazione:
per le assunzioni di personale under 30 le imprese mettono a
disposizione il 27.2% dei posti di lavoro, quota che per il 2013
ammontava invece al 30.4%. In valore assoluto si prospettano, quindi,
circa 167.000 assunzioni esplicite di under 30, alle quali se ne potrà
aggiungere una parte delle oltre 314.000 per le quali l’età non è
considerata rilevante.
Dopo aver toccato un massimo del 21.5% nel 2009, nei quattro anni
successivi la quota di assunzioni per le quali le donne sono ritenute
più adatte degli uomini è oscillata fra il 18 e il 19%, segnando infine,
per il 2014, un brusco abbassamento al 16.8%. La contrazione della
quota di assunzioni “al femminile” non va però sempre o non interamente a
favore degli uomini, ma va soprattutto a innalzare la quota di
assunzioni per le quali il genere non fa differenza: era pari al 45.7%
nel 2008, è stata del 52.6% nel 2013 e per il 2014 è passata al 55.2%,
aumentando di oltre 9 punti rispetto all’anno iniziale. La crescente
indifferenza verso il “genere” del personale da assumere e la stessa
contrazione della quota per la quale le donne sono ritenute preferibili
non rappresentano quindi di per sé un fattore di discriminazione, ma
piuttosto un’indicazione concreta di maggiore “parità di genere”.
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