L’Europa non è il passato, è il viaggio nel quale ci siamo
imbarcati per arrivare nel futuro. L’Europa è lo spazio politico con cui
rilanciare la speranza che ha animato la nostra società nella
ricostruzione del dopoguerra.
L’Europa è il nostro viaggio. La sua storia non è scritta
malgrado noi. È scritta da noi. L’orizzonte è europeo, con le università
che devono diplomare laureati in grado di lavorare ovunque in Europa, e
le imprese che devono inventare prodotti che siano competitivi a
livello continentale se non globale. Pensare l’Italia senza l’Europa è
la vera limitazione della nostra sovranità, perché porta alla
svalutazione più pericolosa, quella di noi stessi. Vivere in questo
secolo vuol dire non separare le domande italiane e le risposte europee,
nella lotta alla disoccupazione e alla disuguaglianza, nella difesa e
nella promozione di tutti i diritti. E soprattutto, l’abbattimento dei
muri tra il Nord e il Sud del continente, così come tra il Nord e il Sud
dell’Italia.
Il porto a cui il nostro viaggio è rivolto sono gli Stati Uniti d’Europa!
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