La Sicilia, come gran parte del Meridione, ha un’economia non competitiva basata sull’assistenzialismo statale da un lato e da un’economia privata del tutto rivolta al mercato interno e ad altissimo tasso di evasione ed irregolarità dall'altro. Si ha un problema di inefficienza ad ogni livello che deriva da una deresponsabilizzazione della società ad ogni livello: dalle classi dirigenti che sprecano soldi per procurarsi consenso ad una popolazione che ricerca nella protezione statale o nell’economia sommersa la soluzione ai propri problemi.
Personalmente, lavorando in giro per l'Italia, ho avuto modo di conoscere, tanti emigrati siciliani in giro e di appurare che questi generalmente appartengono alle classi medie o medio-alte; è gente che si dà da fare e riesce ad emergere in ambienti competitivi...Quindi?!...il problema non sono i siciliani come singole persone, ma come società!
La possibile risoluzione del problema non sta nell’abbattere questo sistema per via giudiziaria o repressiva o con interventi statali di ogni tipo bensì riducendo l’enorme flusso di denaro che dal nord va al sud e pretendendo un output di servizi in linea con gli standard del centro nord (responsabilizzazione a tutti i livelli). L’arrivo, ogni anno, di centinaia di miliardi dal centro-nord si traduce spesso in posti di lavoro o pensioni assistenziali fasulle, o sprechi che ingrassano il tessuto economico locale privato, che indirettamente crea benefici al resto dell’economia locale, che in questo modo non è spinta a migliorare dunque a rendersi più efficiente e competitiva.
Problemi di questo tipo non si risolvono in tempi brevi, e soprattutto con non poche perdite...noi siciliani, però, rinasceremmo dalle ceneri!!!
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