giovedì 27 dicembre 2012

CGIL: A fine anno a rischio centinaia di migliaia di precari

Parlando in questo modo si commette un errore intellettuale.
Il lavoro non ha come fine la distribuzione di stipendi, più o meno guadagnati, ma la produzione di beni richiesti dal mercato. Piangere sui precari è esercizio fuorviante. Se questi lavoratori sono utili, verranno confermati, nella quasi totalità. Se sono inutili, restaranno a casa. Dispiace, ma questa è la vita! In Italia si cerca di fare diversamente, e i risultati si vedono. Lo Stato Sociale è finito a causa della Globalizzazione; bisogna proporre altri modi per aiutare chi ha bisogno.

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